Avviare un’impresa con poco capitale: si può fare?

Aprire un’impresa senza sborsare troppi soldi può sembrare altrettanto “un’impresa”, ma con qualche accorgimento mirato può diventare un obiettivo possibile.

È sicuramente vero che nel nostro Paese per avviare alcune tipologie di attività servono alcune migliaia di euro per affrontare certi costi burocratici imprescindibili (notai, marche da bollo, eccetera) e altre somme per l’affitto dei locali/uffici e relativo arredo, l’acquisto di macchinari e merci, lo stipendio dei dipendenti, la creazione di un sito internet e così via. Posto questo, è comunque verosimile creare un business dal nulla seppur con disponibilità economiche ristrette. In questo articolo vedremo quali sono i modi più opportuni per diventare imprenditori senza investire i propri capitali (o almeno non troppi).

Quando si decide di dare vita a un’attività autonoma con poche risorse, è raccomandabile cominciare con un progetto piccolo. Va bene essere ambiziosi e mirare a mercati ampi e fruttuosi, ma per iniziare è meglio calmare la nostra smania di grandezza. Per esempio, si può pensare di incastrare una carriera imprenditoriale come secondo lavoro, mantenendo la propria occupazione e avviare un’impresa part-time, scegliendo tra quelle che hanno meno oneri iniziali (quelle online, gli e-commerce, quelle in cui si offrono i propri servizi come freelance, eccetera). Non è semplice, perché bisognerà dividere in due il cervello e dedicarne una parte a un percorso nuovo e forse complicato, ma almeno si potrà contare su un’entrata sicura per continuare a vivere senza compromettere i risparmi personali e, quando possibile, si potrà dedicare una parte dello stipendio al finanziamento della nuova azienda.

Ed è proprio “finanziamento” la parola magica in questi casi. Infatti, una delle opportunità a disposizione di chi vuole intraprendere un’attività senza o con pochi soldi è quella di avvalersi dei prestiti, spesso fondamentali per quelle aziende che hanno bisogno di negozi fisici, per i ristoranti e i bar, per i laboratori. Procurarsi un finanziamento è possibile attraverso diversi canali: i bandi regionali, nazionali (promossi da Invitalia) ed europei, i sovvenzionatori privati (i cosiddetti “venture capital” e “angel investor”), le banche e il crowdfunding, cioè una raccolta di fondi, lanciata soprattutto sul web, fatta di piccoli contributi ma da parte di molte persone. I finanziamenti statali, in linea di massima, sono assegnati alle imprese innovative e tecnologiche, a conduzione femminile e giovanile, a quelle del Sud Italia o che si collocano in settori da incoraggiare; quelli privati, ovviamente, possono coprire uno spettro più ampio di nicchie di mercato.

Anche se non propriamente a costo zero, il franchising può essere un buon jolly per chi vuole avviare un’attività con pochi investimenti. Questo, difatti, consente di lanciare una carriera autonoma con agevolazioni e vincoli commerciali vantaggiosi che riducono, a volte parecchio, l’impiego di risorse proprie. Inoltre, i franchising possono prevedere di frequente un finanziamento diretto da parte della ditta madre senza o con minimi interessi e sono un’ottima soluzione anche per chi vuole richiedere fonti di finanziamento esterne dal momento che il progetto, comprensivo di business plan, viene considerato più credibile e affidabile se “supportato” da un marchio già conosciuto e stabile.

Ecco un altro punto da considerare quando si impronta un nuovo disegno imprenditoriale e si vuole chiedere un aiuto economico a terzi: il business plan. Per trasformare un progetto in un’attività redditizia bisogna subito individuare dettagliatamente il mercato di riferimento, cioè il target che interessa il nostro business. Poi bisognerà analizzare le tendenze del settore, attraverso l’osservazione di abitudini e bisogni del pubblico, e i competitor, per capire se i potenziali clienti possono essere concretamente attratti dalla nostra offerta. Infine, bisognerà studiare le strategie di marketing da attuare per commercializzare quello che abbiamo creato. Questi aspetti, preceduti da una chiara descrizione generale dell’impresa e dei suoi prodotti/servizi, andranno inseriti nel business plan, che servirà non solo all’imprenditore stesso, ma anche a spiegare agli eventuali finanziatori come si vogliono adoperare i fondi ottenuti sia per la realizzazione che per il prosieguo dell’attività.

In conclusione, se si pensa di avviare un’impresa senza un capitale iniziale, è necessario non essere frettolosi e provare a catturare l’attenzione di possibili “soccorritori” solo dopo un attento studio che permetta di avere realmente la certezza dell’efficacia di un sogno imprenditoriale.

 

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