aprire partita iva

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Affermare di avere una Partita IVA o di volerla aprire può far storcere il naso al nostro interlocutore.

Una reazione che ci si può aspettare da chi non ha avuto a che fare con questo tipo di regime fiscale e che, in realtà, risulta spesso ingiustificata perché l’avviamento e il mantenimento della Partita Iva, se ben ponderati e gestiti da professionisti attenti, non rappresentano un pericolo alle nostre finanze e possono portare al raggiungimento di guadagni superiori allo “stipendio medio”.

Naturalmente, sussistono sia pro che contro e l’inizio di un’attività indipendente non deve essere una scelta avventata.

👉🏻 In questo articolo, daremo un quadro generale sugli aspetti fondamentali che riguardano il lavoro autonomo.

Innanzitutto, agli esordi della sua carriera, un professionista può scegliere di intraprendere un’altra strada rispetto alla Partita Iva: la prestazione occasionale, che obbliga il lavoratore alla semplice emissione di una ricevuta e l’applicazione di una trattenuta del 20% del corrispettivo ottenuto.

Ma tale strumento è legittimo soltanto se le collaborazioni instaurate non superano per ciascun cliente la durata di 30 giorni nell’anno solare e i 5.000 euro di introiti.
In più, il lavoratore occasionale non può pubblicizzare il suo lavoro, aspetto primario per chi vuole farsi conoscere a più persone. Dunque, se l’attività prestata (commerciale, artigianale o industriale, sotto forma di ditta individuale, di società oppure come libero professionista) si perpetua nel tempo e prevede entrate frequenti, la Partita IVA è obbligatoria.

 

Oggi è possibile aprire una Partita IVA per via telematica, seguendo alcuni passaggi molto importanti che condizioneranno il prosieguo dell’attività. Per questo, è opportuno farsi aiutare da un professionista anche nella fase iniziale.

🔵 I richiedenti devono presentare all’Agenzia delle Entrate competente un modello prestabilito: AA9/12 per imprese individuali e lavoratori autonomi, AA7/10 per società, enti, associazioni e simili.
I tempi di avviamento vanno da 24 ore per i liberi professionisti (per i quali non vi sono altri obblighi e costi) ad almeno 15 giorni per le ditte individuali, che devono anche effettuare tramite la procedura ComUnica l’iscrizione al Registro delle Imprese (sezione Albo degli Artigiani o Camera di Commercio).

🔵 Inoltre, vi è l’obbligo di individuare tra quelli disponibili un codice ATECO, cioè una combinazione alfanumerica che connota l’attività economica svolta, e in caso di mutamento della stessa in corso d’opera di trasmettere il nuovo codice identificativo.

🔵 Infine, i titolari di Partita IVA devono aprire la propria posizione previdenziale all’INPS per il pagamento dei contributi (presso la Gestione separata oppure la cassa relativa a un ordine professionale, ciascuna con un importo definito da onorare) e all’INAIL per l’assicurazione sugli infortuni (da quest’ultimo vincolo sono esclusi i titolari di ditte individuali commercianti senza dipendenti e i professionisti senza dipendenti).

🔵 Altro adempimento concerne il regime fiscale al quale aderire, forfettario oppure ordinario.

Al primo possono accedere le Partite IVA individuali che esercitano attività rientranti in determinati codici ATECO e che fatturano meno di 65.000 euro l’anno.
La più importante agevolazione del regime forfettario è l’imposta sostitutiva al 15%, che sostituisce gli abituali tributi (Irpef, addizionali, ecc.). In più, per chi rientra nei requisiti per la “aliquota start-up”, l’imposta sostitutiva scende al 5% per il primo quinquennio. Ai forfettari verrà applicata una detrazione fissa sul fatturato incassato, dipendente dalla percentuale indicata per il Codice ATECO selezionato.
Solo la parte rimanente, detta reddito imponibile, è soggetta a tassazione.

I forfettari, inoltre, sono dispensati da alcuni adempimenti e obblighi che spettano al regime ordinario, come la fattura elettronica, la registrazione delle fatture, gli studi di settore e l’esterometro.
Va specificato, però, che esistono delle limitazioni per l’accesso al regime oltre al fatturato: i compensi per dipendenti e collaboratori non possono superare i 20.000 euro e i redditi dell’anno precedente provenienti da lavoro dipendente del titolare della Partita IVA i 30.000 euro.

🌀 In conclusione, aprire una Partita IVA può incutere qualche preoccupazione ma a volte è un passaggio indispensabile, nonché un’ottima opportunità per farsi strada nel proprio settore.
Ma è davvero importante farsi consigliare correttamente per provare a ridurre le tasse e i costi di gestione della Partita IVA, evitando di incappare in insidie e scelte non adatte a far decollare l’attività lavorativa.

 

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